Aprile 12-14 2024
Pad 3 Stand A125
Studio Guastalla presenta un progetto incentrato sull’opera di alcuni artisti che hanno operato tra anni sessanta e settanta del novecento e che si sono confrontati sul tema del tempo e della memoria.
Traccia, impronta, frammento, citazione, permanenza e interpretazione del passato, occultamento, oblio.
La cancellatura di Emilio Isgrò, che non si limita alle tracce nere sui libri, ma si estende alle storie rosse, alle vocali estratte, ai particolari ingranditi, alle crome musicali estrapolate, è come un fascio di luce che spostandosi su una superficie in ombra ne rivela elementi inediti. Una mano di rosso che disseppellisce un personaggio della rivoluzione, una campitura bianca che accende la vicenda di un musicista, un particolare ingrandito che fa riaffiorare l’immagine dimenticata di una persona.
Nell’opera di Giorgio Griffa le linee tracciate sulla tela dalla mano dell’artista si inseguono narrando il loro divenire. Della sua pittura l’artista dice che il rapporto tra pittura e pittore è paritetico, “la mano del pittore al servizio della pittura, della sua intelligenza fisica e della memoria millenaria che l’uomo le ha donato, l’opera nasce dalla loro collaborazione, il pittore strumento anch’egli del divenire, semplice strumento anziché emulo del Creatore”. Il tempo si sedimenta nell’opera attraverso linee, numeri in sequenza, pieghe casuali della tela che testimoniano la sua storia.
Schifano cita il passato, quello dell’arte, le cui tracce compaiono nelle immagini televisive emulsionate sulla tela, quello degli antichi muri romani scrostati che la cui memoria affiora nei monocromi.
I Bricolages di Carol Rama recano traccia fisica della vita tormentata dell’artista mentre i frammenti di Carla Accardi raccontano la storia delle sue opere, smembrate e ricomposte attraverso i decenni.
Mimmo Rotella rivela nelle sue opere lo stratificarsi della storia sui muri delle città, le tracce lasciate da chi passa e dal tempo.
Nelle opere di Emilio Vedova pittura e storia contemporanea si intrecciano, il gesto del pittore rende conto della passione civile e dei movimenti tellurici che sconvolgono la vita contemporanea.
Il tempo e la memoria rappresentano nell’arte degli anni sessanta e settanta un elemento chiave per decifrare una realtà sempre più complessa, stratificata, fluida.