Max Jacob e Pablo Picasso. Storia di un’amicizia

Informazioni

La mostra presenta circa quaranta opere tra gouaches  dipinte da Max Jacob e incisioni realizzate da Pablo Picasso tra gli anni dieci e venti, all’epoca della loro assidua frequentazione. Ritratti di amici comuni e artisti del milieu parigino, scene di teatro, di circo, interni di caffè, personaggi ambigui e creature marginali, resti di tavole imbandite e giocatori di carte. Un mondo di contraddizioni, scandali, poesia, frequentazioni mondane e sodalizi intellettuali, caducità umana e ricerca della verità.
La storia dell’amicizia tra Picasso e Max Jacob è quella di un sodalizio umano, artistico e intellettuale che nasce nella bohème della Parigi degli inizi del novecento e continua per tutta la vita dei tre artisti, e oltre, nella memoria che Picasso conserva dei due amici scomparsi da tempo.
Max Jacob conosce Picasso nel 1901, in occasione di una mostra in cui l’artista spagnolo presenta alcuni quadri ispirati a Toulouse Lautrec. Max Jacob, poeta e pittore, arrivato anni prima a Parigi dalla Bretagna, figlio di un modesto sarto ebreo, ha venticinque anni. Picasso, da poco in Francia, ne ha venti, e si stabilisce a casa dell’amico non molto tempo dopo. Nel 1907, sarà Max Jacob a seguire Picasso a Montmartre, dove insieme vivono al Bateau-Lavoir. Jacob diventa così un testimone d’eccezione della nascita del cubismo, di cui subisce l’influenza, evidente nelle opere di quegli anni dalle figure composte di forme geometriche, e secondo alcuni sarebbe proprio un ritratto del poeta la figura di sinistra delle Démoiselles d’Avignon, dipinte nel 1907. Sarà Kahnweiler, mercante di Picasso, a creare l’occasione per unire il lavoro dei due amici: nel 1910 esce l’opera Saint Matorel di Jacob, illustrata da acqueforti di Picasso.
Nel 1916, quando ormai l’arte d’avanguardia si è spostata da Montmartre a Montparnasse, i due amici partecipano insieme in una mostra “L’art moderne en France”: Picasso con le Démoiselles d’Avignon, e Max Cyprien Jacob con due paesaggi a pastello. L’anno prima Jacob, dopo anni di visioni mistiche, aveva rinunciato all’ebraismo e si era convertito al cattolicesimo con il nome del martire cristiano Cipriano. Picasso era stato il suo padrino di battesimo.
Max Jacob, arrestato nel 1944 in quanto ebreo dai nazisti, morirà di polmonite nel campo di concentramento di Drancy, da dove partivano i convogli per la Germania. Ma Jacob rimane nei pensieri di Picasso, che nel ’53 dipinge un ritratto dell’amico, e nel ’58, in una caricatura, traccia una freccia puntata su una figura e scrive “assomiglia a Max Jacob”.

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