HOMS (LIBIA) 1934 – ROMA 1998
Nasce il 20 settembre 1934 a Homs, in Libia, dove il padre, archeologo, è responsabile degli scavi di Leptis Magna
Dopo il trasferimento della famiglia a Roma il giovane Schifano dapprima lavora come commesso e in seguito affianca il padre, archeologo restauratore al Museo Etrusco di Villa Giulia Comincia nel frattempo la sua attività artistica come pittore
I suoi debutti si possono situare all’interno della cultura informale con tele ad alto spessore materico, solcate da un’accorta gestualità
Inaugura la sua prima personale nel 1959 alla Galleria Appia Antica di Roma e, l’ anno successivo, alla Galleria La Salita, Pierre Restany cura la collettiva Cinque pittori romani: Angeli, Festa, Lo Savio, Schifano, Uncini
In questo periodo la pittura di Schifano subisce una svolta per certi versi radicale…
Firma un contratto in esclusiva con la gallerista Ileana Sonnabend
Nel corso del 1962 Schifano visita gli Stati Uniti dove entra in contatto con il movimento della Pop Art e resta colpito dall’opera di Jim Dine e Franz Kline
Sue opere saranno esposte alla Sidney Janis Gallery di New York nella mostra The New Realist Ritornerà negli States sul finire del 1963, dopo aver allestito diverse personali in alcune delle grandi città europee (Roma, Parigi e Milano) Interrompe il sodalizio con Ileana Sonnabend
L’artista opera ora per cicli tematici e verso la fine del 1964 accentua quell’interesse verso la rivisitazione della storia dell’arte che Io porterà, l’anno successivo, alle opere dedicate al Futurismo
Si occupano in questa fase del suo lavoro tanto critici attenti, come Maurizio Calvesi, Maurizio Fagiolo e Alberto Boatto, quanto scrittori illustri, quali Alberto Moravia e Goffredo Parise Allo Studio Marconi presenta nel 1967 il lungometraggio Anna Carini vista in agosto dalle farfalle, cui farà seguito la trilogia di film composta da satellite, Umano non umano, Trapianto, consunzione e morte di Franco Brocani
Le sue prime esperienze cinematografiche risalgono comunque al 1964 e risultano in perfetta sintonia con l’attenzione critica che Schifano presta all’ininterrotto flusso di immagini prodotto dalla nostra civiltà tecnologica
Collabora con un gruppo di rock psichedelico, Le stelle di Mario Schifano Uno dei loro concerti d’esordio, il 28 Dicembre 1967 al Piper Club di Roma, diventa il primo liveshow multimediale italiano
Fra il 1966 e 1967 realizza le serie Ossigeno ossigeno, Oasi, Compagni compagni Quest’ultima emblematizza il preciso impegno che condurrà Schifano, in questi anni tormentati, a una crisi ideologica e d’identità tale da portarlo a dichiarare di abbandonare la pittura
Agli inizi degli anni Settanta comincia a riportare delle immagini televisive direttamente su tela emulsionata, isolandole dal ritmo narrativo delle sequenze cui appartengono e riproponendole con tocchi di colore alla nitro in funzione estraniante Dapprima è il materiale raccolto negli Stati Uniti durante i sopralluoghi per la progettazione del film, mai realizzato, Laboratorio umano, a essere oggetto di rielaborazione, poi il patrimonio di immagini che quotidianamente trasmettono le nostre stazioni televisive Nell’elaborazione di queste opere utilizza nuovi smalti industriali di grande brillantezza e trasparenza, capaci di asciugare con grande rapidità, consentendogli così anche una produzione molto più estesa
Nel 1971 partecipa alla mostra Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960-70, curata da Achille Bonito Oliva; in seguito tiene personali a Roma, a Parma, a Torino e a Napoli ed è presente alla X Quadriennale di Roma e a Contemporanea, rassegna allestita nel parcheggio di Villa Borghese, sempre a Roma e ancora a cura di Bonito Oliva
Nel 1974 l’Università di Parma gli dedica una vasta antologica di circa 100 opere che consentono di leggere per intero la sua avventura pittorica e definirne le linee portanti
Una crisi ideologica ed esistenziale lo costringe a periodi di isolamento nel suo studio dove realizza dei lavori reinterpretando Magritte, de Chirico, Boccioni, Cézanne, Picabia Rifà le proprie opere degli anni Sessanta nel ciclo Sintetico dall’Inventario
Nel 1976 Schifano partecipa alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Bologna alla mostra Europa / America, l’astrazione determinata 1960-76; due anni dopo è invitato nuovamente alla Biennale di Venezia e presenta alla Tartaruga di Roma Il capolavoro sconosciuto, rielaborazione del noto omonimo racconto di Balzac, Diverse sue opere sono in mostra nel 1979 al Palazzo dei Diamanti di Ferrara mentre l’anno successivo viene invitato da Maurizio Calvesi alla mostra Arte e critica 1980, allestita al Palazzo delle Esposizioni di Roma
Nel 1981 Germano Celant seleziona alcune opere di Schifano per l’esposizione Identité italienne organizzata al Centre George Pompidou di Parigi, mentre dello stesso anno sono il gruppo di dipinti raccolti sotto il titolo Cosmesi, cui seguono i cicli Architettura, Biplano, Orto botanico
Sempre nel corso degli anni Ottanta le opere dell’artista vengono esposte in varie edizioni della Biennale di Venezia e Schifano è presente alla rassegna Arte italiana nel XX secolo organizzata dalla Royal Academy di Londra
Nel 1985, a Firenze, in Piazza Santissima Annunziata, dipinge davanti a seimila persone la Chimera, un’opera monumentale di quattro metri per dieci che inaugura una rassegna sugli Etruschi
Sposa Monica De Bei da cui ha il figlio Marco
In questo periodo tiene inoltre personali al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles e al Padiglione d’arte Contemporanea di Ferrara, dove, sotto il titolo Inventano con anima e senz’anima, raccoglie una serie di tele che rappresentano la summa della sua ricerca in ambito naturalistico Quest’ultima mostra diverrà poi itinerante, toccando diverse città italiane, per giungere infine in Francia, al Centre d’Art Contemporain di Saint Priest (1992)
Il Palazzo delle Esposizioni di Roma, in occasione della sua riapertura (1990), gli allestisce una rassegna, intitolata Divulgare, con un consistente numero di opere di grande formato realizzate per l’occasione
Tre anni dopo presenta in diverse gallerie italiane il ciclo Reperti, dedicato agli animali del mondo preistorico, tema i cui primi esemplari erano già comparsi nella personale da Maeght
Nel 1996 Schifano rende omaggio alla sua Musa Ausiliaria, ovvero alla televisione, intesa quale flusso continuo di immagini in grado di strutturarsi come vera e unica realtà totalizzate della nostra epoca
L’artista ha nel frattempo attivato un sito Internet, attraverso il quale si relaziona al mondo Se alla fine degli anni Sessanta si limitava a estrapolare dai programmi televisivi dei singoli fotogrammi e a proiettarli decontestualizzati sulla tela, ora, invece, interviene sulle immagini pittoricamente mutandole ulteriormente di senso Allestisce, con una quarantina di tele di questo genere e un migliaio di fotografie ritoccate a mano, una grande mostra che è stata ospitata dapprima presso la Fondazione Memorial da America Latina di San Paolo del Brasile (1996), poi presso il Museo di Belle Arti di Buenos Aires (1997); nel corso del 1998 sarà presentata alla Fondazione Wifredo Lam dell’Avana e a Città del Messico
Durante un suo viaggio in Brasile compie un happening all’interno di una favela di Rio de Janeiro Nel 1997, in occasione del settimo centenario della edificazione di Santa Croce a Firenze, Schifano ottiene il Premio San Giorgio di Donatello per aver realizzato le vetrate policrome collocate nella cripta della Basilica
Nello stesso anno cura gli allestimenti scenografici del carnevale di Roma
Muore a Roma il 26 gennaio 1998