Anche grazie alle ricchezze accumulate dal padre, Louise, ormai naturalizzata statunitense, poco dopo aver raggiunto la maturità, poté sposarsi, nel 1920, con Charles Nevelson I due giovani coniugi si spostarono a New York, dove Louise iniziò a studiare la pittura, il disegno, il canto e l’arte drammatica Dall’unione nacque Myron Nevelson, ma la coppia si separò nel 1931, dopo soli dieci anni di matrimonio
Louise Nevelson: L’ingresso nel panorama artistico
Proprio all’inizio degli anni ’30,
Louise Nevelson si iscrisse ad un corso presso l’Art Students League di New York, dando avvio a quella che fu la sua formazione artistica Per circa due anni collaborò con il pittore tedesco
Hans Hofmann, grazie al quale conobbe il cubismo, e viaggiò in Europa, visitando Monaco, Berlino (ebbe il coraggio di andare in Germania in un momento in cui tutti gli ebrei cercavano di fuggire), Vienna ed altre città dell’Italia e della Francia In seguito divenne l’assistente di
Diego Rivera con il quale lavorò, per alcuni progetti, a New York ed a Città del Messico
Dal 1933
Louise Nevelson iniziò ad esporre i propri lavori, principalmente costituiti da incisioni e pitture, mentre è nel 1936 che cominciò ad esporre anche le prime sculture, per arrivare al 1941, anno in cui l’artista realizzò la sua prima mostra personale, presso la Nierendorf Gallery di New York
Louise Nevelson: L’arte dell’assemblaggio
Tra il 1949 ed il 1950, Louise Nevelson si diede allo studio ed all’approfondimento di ulteriori tecniche artistiche, utili per la lavorazione della terracotta, dell’alluminio e del bronzo In questi anni lavorò presso lo Sculpture Center di New York e Atelier 17 Alla seconda metà degli anni Cinquanta invece, risale la sua prima serie di sculture in legno, create con assemblaggi di oggetti di scarto, che vengono riciclati dall’artista, la quale li trasforma letteralmente in opere d’arte Nelle sue sculture, la Nevelson pratica, in funzione simbolica, il monocromo, passando dal nero opaco (anni ’55-’59), al bianco (anni ’59-’60), all’oro (anni ’60-’61), per arrivare all’utilizzo di materiali luminosi e trasparenti, quali lo specchio, l’alluminio ed il plexiglass
Sicuramente la Nevelson è tra i primi artisti americani che trasformò l’arte dell’assemblaggio in un proprio punto di forza, rendendo indistinti i confini esistenti tra scultura, collage e lavorazione del legno Incastonando casse impilate, con pezzi di legno di ogni genere e con materiali di scarto raccolti in ogni angolo delle strade di Manhattan, nascevano architetture astratte, barocche e monumentali, che suggeriscono un mondo poetico ed immaginario Unendo insieme oggetti che la gente comune gettava via, Louise Nevelson riusciva a ridare vita ai più disparati materiali, che acquistavano una sorta di “vita spirituale”, superiore alla vita per la quale, gli stessi oggetti erano originariamente stati creati
Louise Nevelson: I grandi riconoscimenti
Alcuni musei iniziarono ad acquistare le sue opere ed i suoi lavori già negli anni ’50: gradualmente, anche grazie alle continue esposizioni personali (in tutto si contano 135 mostre, tra cui annoveriamo anche una retrospettiva postuma, organizzata nel 1994 al Palazzo delle Esposizioni di Roma), aumentò e si diffuse la fama di Louise Nevelson, la quale presto venne impegnata da numerose commissioni pubbliche, che richiesero la produzione di sculture monumentali e di grandi dimensioni La fama dell’artista americana, nel corso del tempo, aumentò in maniera esponenziale, al punto che la stessa Nevelson, durante tutto l’arco della sua carriera, fu omaggiata con premi e riconoscimenti importanti ed ebbe l’onore di ricoprire prestigiose posizioni di leadership all’interno di associazioni e comunità artistiche Attualmente, le opere di Louise Nevelson sono conservate in oltre 80 musei e collezioni sparse in tutto il mondo Scomparsa nel 1988, Louise Nevelson, arrivata bambina negli Stati Uniti, ha assistito, durante la sua vita, ad eccezionali eventi storici, ma a sua volta è stata anche protagonista e promotrice di importanti cambiamenti artistici, tramite la creazione di un unico linguaggio visivo
Nel mondo dell’arte, complicato, difficile e dominato dagli uomini, Louise Nevelson riesce ad imporsi come artista e come donna allo stesso tempo, concentrandosi sul lavoro e seguendo il proprio personale stile Evitando in continuazione le varie etichettature, (di volta in volta il suo lavoro è stato ricondotto al Cubismo, al Dadaismo, al Surrealismo, all’Espressionismo Astratto, al Minimalismo, al Femminismo e all’Arte delle Istallazioni) Louise Nevelson si mostra come una donna di grande determinazione, capace di difendere il suo status di donna-ebrea-emigrante
Louise Nevelson è sicuramente una delle artiste più significative del ventesimo secolo