TRAPANI, 1924 – ROMA, 2014
Carla Accardi è stata una delle prime donne italiane a dedicarsi all’astrattismo, una corrente dove solitamente si muovevano per lo più artisti uomini, e a essere conosciuta all’estero Turcato, il critico d’arte che presentò la prima personale di Accardi, in quegli anni ne definì l’opera come in grado di sradicare l’idea che una pittrice donna debba essere delicata sempre e comunque, ma che anzi “possa benissimo esprimere un pensiero con forza e un giudizio sulla forma più di un qualsiasi altro pittore” Per questo, il nome della Accardi è spesso collegato all’attivismo a favore delle idee femministe, anche in seguito alla sua adesione al manifesto “Rivolta Femminile” redatto insieme a Elvira Banotti e a Carla Lonzi
Il colore, sempre applicato sulla tela tramite la caseina, ritorna nettamente protagonista nella produzione di Accardi degli anni Sessanta, probabilmente influenzata dal dilagare della colorata Pop Art di Andy Warhol Tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta l’artista tende ad “uscire” dalla tela portando la sua ricerca in installazioni di vario tipo, utilizzando materiali plastici come fogli di “sicofoil” Si tratta di una tipologia di acetato di cellulosa trasparente, dipinto con vernici e smalti…