Gino Severini nasce il 7 aprile 1883 a Cortona Giunge a Roma nel 1899, dove frequenta i corsi serali d’arte a Villa Medici Un incontro con Balla e Boccioni avvenuto nel 1901, si rivela decisivo per la sua attività artistica Balla introduce Severini e Boccioni alla tecnica del colore divisionista dei neoimpressionisti Severini si trasferisce a Parigi nel 1906 Qui studia gli impressionisti, i dipinti di Seurat e incontra Signac…
Oltre a Modigliani, Picasso, Braque e Gris, fa la conoscenza di molti poeti e pensatori famosi dell’epoca Severini viene invitato da Martinetti e Boccioni ad aderire al movimento dei futuristi L’artista firma il Manifesto della pittura futurista l’11 febbraio 1910, diventando così co-fondatore di questa corrente Tuttavia, contrariamente ai suoi colleghi artisti, Severini non si interessa molto alla dinamica delle macchine, ma rappresenta soprattutto le figure umane in movimento I suoi primi dipinti, che ritraggono scene di cabaret e figure di ballerine, risalgono a questo periodo Severini applica i principi creativi futuristi con immagini sfaccettate ed effetti simultanei in lavori come La ballerina blu (1912) Nel 1912 partecipa alle mostre dei Futuristi a Parigi, Londra e Berlino e stabilisce dei contatti fra l’Italia e la Francia Dal 1915 le opere di Severini sono orientate al cubismo sintetico Da questo momento l’artista rivolge la sua attenzione sempre più all’armonia delle forme geometriche, forse con l’aiuto del Goldener Schnitt Le nature morte con strumenti musicali e le scene che ritraggono figure della Commedia dell’Arte sono i soggetti preferiti dall’artista Dal 1924 fino al 1935 gli vengono commissionate numerose pitture murali e mosaici L’artista conduce una vita movimentata fra Roma e Parigi Pubblica scritti teorici e libri sull’arte e nel 1950 riceve il Gran Premio della Biennale di Venezia La concezione divisionista del colore, adottata da Balla, insieme ad una rappresentazione cubo-futurista della forma, sono elementi tipici di tutte le opere di Gino Severini Inoltre, l’artista si concentra sulla rappresentazione della luce, del movimento e di eventi verificatisi in momenti diversi, ma legati dal ricordo Gino Severini muore il 26 febbraio 1966 a Parigi
Le sue opere principali sono conservate attualmente a Milano presso la Collezione Gianni Mattioli e a Rotterdam nel Museo Boyman-van Beuningen