BERLINO (GERMANIA) 1895 – SAINT TROPEZ (FRANCIA) 1971
Massimo Campigli: La formazione
Max Ihlenfeld (poi Massimo Campigli) nasce a Berlino il 4 luglio 1895 da Anna Paolina Luisa Hilenfeld, ragazza madre appena diciottenne di origine alto borghese Viene allevato dalla nonna materna a Settignano, presso Firenze, dove le due donne si sono trasferite Agli occhi del mondo Anna Paolina risulta essere una sua zia
Il 10 febbraio, Anna Paolina sposa Giuseppe Bennet, cittadino britannico, rappresentante di una ditta di colori inglese Si trasferiscono in Piazza Beccaria a Firenze, dove vanno a vivere portando con loro il piccolo Max sempre sotto mentite spoglie La famiglia si trasferisce prima in Via Cittadella, poi, nel 1909 a Milano, in Via Guerrazzi…
Massimo Campigli: La corrente futurista milanese
Nel 1911 muore Giuseppe Bennet, la madre rimane sola con Max e le due figlie avute dal suo matrimonio con Bennet Max viene assunto nel 1914 al Corriere della sera come segretario particolare di Renato Simone Max in quel periodo si avvicina alla corrente futurista milanese e con lo pseudonimo di Massimo Campigli pubblica sulla rivista Lacerba un saggio Parole in libertà, che lui stesso, definirà anni dopo, nel manoscritto Scrupoli, essere stato un sciocchezzaio futurista All’ingresso in guerra dell’Italia contro gli Imperi Centrali, Campigli, si arruola volontario avendo prima fatto la domanda per ottenere la cittadinanza italiana Inviato prima presso il 54° Fanteria ad Ivrea, combatte con il grado di sottotenente col 133° Fanteria sull’Isonzo e sul Carso
Nell’agosto del 1916 viene fatto prigioniero e rinchiuso nella fortezza di Sigmundsherberg, a nord di Vienna Riesce a fuggire dalla prigionia e raggiunge Mosca nel giugno 1917, dopo aver attraversato l’Ungheria, la Moldavia e l’Ucraina Da Mosca, allo scoppio della Rivoluzione d’Ottobre, si trasferisce a Murmansk da dove raggiungerà in ottobre Londra Tornato a Milano, gli viene concessa la cittadinanza italiana per valor militare e viene riassunto dal Corriere della Sera
Massimo Campigli: Gli anni parigini
Nel mese di giugno del 1919 viene inviato dal Corriere della sera a Parigi e, in qualità di corrispondente, si appoggia alla redazione del Matin Il giornale gli passava uno stipendio decoroso, ma per poter vivere la sua vita da giornalista la notte e da pittore di giorno ed aiutare anche la famiglia a Firenze, è costretto ad abitare prima in uno squallido studio in Rue Daguere e poi in Rue d’Alesia
Abitando a Montparnasse, frequenta il Café Dôme, ritrovo di artisti Nel 1921 partecipa al Salon d’Automne con il dipinto L’arrotino Nel 1922 vende alcune sue opere al noto mercante d’arte parigino Leonce Rosenberg
Nel gennaio del 1923 per la prima volta espone a Roma, con una prefazione di Emilio Cecchi, alla Casa d’aste Bragaglia Partecipa a Parigi al Salon d’Automne del 1923
Nel 1925 sarà presente al Salon des Indèpendants, al Salon des Tuileries, e al Salon d’Automne Nel 1926 espone a Milano alla Prima Mostra del Novecento
Massimo Campigli: L’affermazione come artista
Nel mese di dicembre si sposa con la prima moglie, la pittrice rumena Magdalena Radulesco detta Dutza
Nel 1927 ormai può vivere della sua pittura; lascia l’incarico che aveva al Corriere della Sera ed espone a: Parigi, Zurigo, Dresda, Amburgo, Amsterdam Nel mese di agosto fa un viaggio con la moglie Dutza in Italia per visitare i parenti a Firenze Sempre in estate si reca a Roma e visitando il Museo di Villa Giulia sarà sconvolto dall’arte etrusca, tanto da fargli rinnegare le opere dipinte negli anni precedenti, che lui stesso definirà tentativi contraddittori
Trascorre poi la fine dell’estate in Romania Espone a: Lipsia, Parigi, Madrid e a Mosca Il suo dipinto del 1925 Le cucitrici viene acquistato ed esposto a Mosca al Museo d’Arte Occidentale, sarà quindi esposto a partire dal 1948 al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo
Campigli nel 1936 a Milano sposa, in seconde nozze, la scultrice Giuditta Scalini
Massimo Campigli: Dall’esposizione di New York all’affresco del Liviano
In gennaio espone a New York alla Julian Levy Gallery e il successo ottenuto gli procura una serie di ritratti da parte dei suoi collezionisti americani
Nel mese di marzo, inizia la decorazione del padiglione italiano dell’Esposizione Universale Durante l’estate rientra da New York con il transatlantico Vulcania, per eseguire a Milano un grande affresco al Palazzo di Giustizia
Campigli, aiutato da Giuditta, lavora per più di cinque mesi a Padova per decorare l’atrio del Liviano con un affresco di trecento metri quadrati L’artista scriverà nel 1940 : Ho preferito trattare l’archeologia come fonte di conoscenze storiche, artistiche e di pensiero politico Il mio affresco rappresenta infatti una idealizzazione del sottosuolo d’Italia, materiato di cose antiche, opere d’arte, monumenti e anche di combattenti accatastati Gli archeologi che scavano trovano oggetti e libri, nell’affresco del Liviano io rinuncio ad ogni partito preso formale polemico e ciò perché mi rendo conto della funzione sociale della pittura monumentale
Massimo Campigli: Le litografie e l’esposizione al Museum of Modern Art di New York
Campigli e Giuditta aspettano un figlio Per sottrarsi ai bombardamenti di Milano si recano a Venezia ospiti del poeta Diego Valeri Qui Giuditta darà alla luce il 23 gennaio 1943 il figlio Nicola
Ritornati a Milano Campigli si dedica molto alla litografia Illustra le Poesie di Paul Verlaine per le edizioni della Conchiglia Prepara la personale alla Galleria del Cavallino a Venezia Partecipa all’ Esposizione d’Arte Contemporanea alla Galleria d’Arte Moderna di Roma Nel mese di giugno 1949 lascerà Milano per trasferirsi con tutta la famiglia a Parigi in Rue Delambre, nel cuore di Montparnasse Nel mese di maggio espone per la prima volta alla Galerie de France A New York in giugno espone al Museum of Modern Art di New York sei importanti dipinti e compare accanto ai nomi più prestigiosi dell’arte italiana nella rassegna: Twenty-century Italian Art
Massimo Campigli: I grandi riconoscimenti
Nel periodo 1949-1950, accetta di partecipare alla formazione dell’importante collezione Verzocchi sul tema del lavoro, e realizza, insieme ad un autoritratto, L’architrave La collezione Verzocchi è conservata oggi alla Pinacoteca Civica di Forlì
La mostra più importante del 1963 sarà una grande Antologica a Venezia nelle sale dell’Ala Napoleonica in Piazza San Marco Nel mese di giugno 1958 alcune opere saranno visibili prima a Copenaghen e poi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma
Ormai Campigli frequenta sempre più lo studio di Saint Tropez Per quanto riguarda i riconoscimenti nel mese di ottobre viene nominato dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi Commendatore al Merito della Repubblica
Nel mese di maggio 1961 a Parigi esce la monografia di A Chastel intitolata Les Idoles de Campigli e Marcel Arland espone le ultime litografie alla Galerie La Hune La rassegna biennale France – Italie dedica a Campigli il posto d’onore con una grande antologica Dopo le personali di Monaco di Baviera, di Melbourne, di Sydney e di Parigi prepara con entusiasmo l’Antologica che Milano gli dedicherà a Palazzo Reale
Già da tempo Accademico della Reale Accademia del Belgio, gli viene conferita a Roma nel 1965 la nomina di: Accademico di San Luca Il 1966 è un anno molto difficile per Campigli: Giuditta muore, in luglio, a Saint Tropez, dopo una lunga malattia Il successo è ormai cosa acquisita Mostre personali a: Tokyo, Osaka, Parigi, Roma e Milano Le sue opere sono esposte nelle principali rassegne internazionali Dal 1967 Campigli divide la sua vita tra lo studio di Saint Tropez e quello di Roma, mentre Parigi viene sempre più abbandonata
Muore il 31 maggio 1971