Hans Bellmer nacque a Kattowitz, che oggi si trova in Polonia (Katowice) ma all’epoca faceva parte della Germania, nel 1902 Fin dal 1926 Bellmer lavorò come disegnatore per la propria compagnia pubblicitaria Iniziò il suo progetto di bambola per opporsi al Partito Nazista, dichiarando che non avrebbe fatto nessun lavoro che sostenesse il nuovo stato tedesco Rappresentate da forme mutate e da pose non convenzionali, le sue bambole erano dirette specificamente a contrapporsi al culto del corpo perfetto allora dominante in Germania Corpi di bambole deformati, smembrati, violati che percorrevano gli sconfinati territori del sogno e del corpo, parlando il muto linguaggio dei simulacri simbolici Vivendo sulla propria pelle la fragilità e la forza, la paura e il coraggio, il vizio e l’innocenza, Bellmer svelò con grande intensità gli aspetti spiazzanti della realtà…
Le sue bambole, congelate in una fissità dolorosa di grande forza drammatica, trasmettono i diversi disagi sociali ed esistenziali di cui si fanno portatrici, coinvolgendo l’osservatore in un gioco di seduzione doloroso e affascinante Nel 1934 Bellmer pubblicò un libro anonimo che raccontava per immagini il suo progetto artistico: dieci scatti in bianco e nero della bambole, in pose diverse, da cui traspariva un raffinato e ossessivo erotismo senza filtri, in una cornice surrealista intrisa di forte tensione psichica Mentre in Germania il libro venne censurato e accusato come arte degenerata e corrotta dal regime nazismo, in Francia le immagini della Bambola vennero pubblicate da André Breton, guida del movimento surrealista, sulle pagine della rivista MinotaureBellmer fu influenzato nella sua scelta artistica dalla lettura delle lettere pubblicate da Oskar Kokoschka (Der Fetisch, 1925) Si dice pure che il progetto di bambola di Bellmer sia stato causato da una serie di eventi nella sua vita personale, incluso l’incontro con una bellissima cugina nel 1932 – e probabilmente con altre bellezze irraggiungibili; l’aver assistito ad una performance dei Tales of Hoffmann di Jacques Offernbach (nel quale un uomo si innamora tragicamente di un automa); e il dono di una scatola di suoi vecchi giocattoli Fu dopo questi fatti che l’artista iniziò effettivamente a costruire la sua prima bambola, cui attribuì esplicitamente un sesso, mostrandola come una giovane ragazza Bellmer visitò Parigi nel 1935 e lì ebbe contatti con Paul Éluard, ma dovette tornare a Berlino perché sua moglie Margarete stava morendo di tubercolosi Quando infine il lavoro di Bellmer fu dichiarato degenerato dal Partito Nazista l’artista fu costretto a fuggire dalla Germania in Francia nel 1936 Il suo lavoro fu ben accolto nella negli ambienti artistici parigini del tempo, specie tra i surrealisti e in particolare da André Breton, per i riferimenti alla bellezza femminile e alla sessualità Le sue fotografie furono pubblicate sul giornale surrealista Minotaure Aiutò la Resistenza durante la guerra, producendo passaporti falsi e a causa di questa attività fu rinchiuso nella prigione Camps des Milles a Aix-en-Provence per gran parte della Seconda guerra mondiale Dopo la guerra, Bellmer visse il resto della sua vita a Parigi Non si occupò più della costruzione di bambole, e spese le decadi seguenti creando disegni erotici, incisioni, fotografie sessualmente esplicite, pitture e stampe di ragazze adolescenti Nel 1954 incontrò Unica Zürn, che divenne la sua compagna Hans Bellmer continuò il lavoro negli anni sessanta Morì a Parigi nel 1975